Cittadini, Celso
Opere
Prima e unica edizione 1721: Opere di Celso Cittadini Gentiluomo Sanese con varie altre del medesimo non più stampate, raccolte da Girolamo Gigli, Gentiluomo della stessa Città di Siena. In Roma, per Antonio de' Rossi nella strada del Seminario Romano, 1721.
All'Eminentiss. e Reverendiss. Signor Cardinale Bernardino Scotti. Girolamo Gigli (cc. [2r]-[3v]; Notizie di questo scrittore (cc. [6r]-[13r]); Trattato della vera origine, e del processo, e nome della nostra Lingua di Celso Cittadini (pp. 1-109); Trattato degli Articoli, e di alcune altre particelle della Volgar Lingua (pp. 111-131); L'origini della Toscana favella per Celso Cittadini Lettor pubblico di essa nello Studio di Siena, e Censor perpetuo della medesima nell'Accademia de' Filomati (133-294); Degl'Idiomi toscani trattato di Celso Cittadini Accademico senese (pp. 295-304); Note di Celso Cittadini in margine della Giunta di Lodovico Castelvetro al Ragionamento degli Articoli del Bembo (pp. 305-337); Note di Celso Cittadini sopra le Prose di Pietro Bembo dell’edizione di Firenze presso il Torrentino (pp. 338-398).
Il volume riveste una indiscutibile importanza sia dal punto di vista documentario e storico-linguistico sia da quello culturale: raccoglie infatti i più significativi scritti di lingua del Cittadini, sia editi sia inediti (dei tre manoscritti solo il trattato Degl'idiomi è stato ripubblicato in edizione moderna a cura di T. Poggi Salani), ricostruendo i tratti salienti del percorso di uno dei più competenti studiosi di lingua dell'inizio del Seicento, dagli studi sulle origini del volgare agli interessi etimologici e dialettologici. In seconda battuta, la raccolta rientra in un più vasto progetto (lo si legge nel Diario) che prevedeva la riproposizione a stampa delle opere di tutti gli scrittori senesi, riuniti in una simbolica "accademia", e che si concretizzò (con intento polemico via via più scoperto nei confronti della egemonia linguistica esercitata dall'Accademia della Crusca) nel volume dedicato al Cittadini e nei quattro tomi degli scritti di Caterina da Siena (1707-1726), l'ultimo dei quali uscì quattro anni dopo la morte del Gigli.